Il procuratore Andrea D’Amico, intervistato da TMW, ha evidenziato come il Milan non avrebbe dovuto lasciar andare un simbolo come Gennaro Gattuso
Il tempo, come si suole dire, è molto spesso galantuomo. Lo scorso giugno Gennaro Gattuso era stato esonerato dal Milan: una decisione accolta dal popolo rossonero quasi con un sospiro di sollievo. Vero che il Diavolo aveva sfiorato la qualificazione in Champions League, ma l’assenza di gioco aveva esasperato il tifoso medio. Il bel gioco e le bollicine, però, non si addicono a questa squadra: lo ha chiaramente dimostrato l’interregno di Giampaolo. E’ così che quanto fatto da Gattuso ha assunto, a distanza di mesi, una valenza diversa. Anche Andrea D’Amico, storico procuratore, la pensa così: uno come l’ex capitano non avrebbe mai dovuto essere allontanato dalla società. Ecco le sue parole su Tuttomercatoweb.
D’Amico: “Gattuso? In questo Milan nessuno come lui può dare appartenenza”
Appartenenza, osservanza delle regole, continuo rimando alla gloriosa storia del club. Sono tutti elementi che, secondo D’Amico, rendevano Gennaro Ivan Gattuso una persona imprescindibile per il Milan.
“Io Gattuso lo avrei tenuto tutta la vita. In questo Milan nessuno come lui poteva dare senso di appartenenza, rispetto delle regole e continuità alla storia rossonera. Incarnava lo spirito Milan. E poi il campionato l’anno scorso era stato quasi perfetto, anche per la qualificazione in Europa. Ma sapevamo che c’erano altri problemi: i bilanci, il fair play finanziario. Ma è un’altra storia. Il Milan in questi anni ha speso tanto“.
Le cifre di Ringhio in panchina
Gennaro Gattuso ha disputato quasi due stagioni alla guida del Milan. Subentrato a Vincenzo Montella nel novembre del 2017, l’ex capitano rossonero ha guidato la squadra fino al giugno dell scorso anno. Tra campionato, Coppa Italia, Supercoppa italiana ed Europa League, Ringhio ha ottenuto in panchina 40 vittorie, 23 pareggi e 20 sconfitte in 83 partite.